La Campania è fra le regioni più prolifiche d’Europa per la produzione ortofrutticola e fra le prime in Italia per il numero dei prodotti tradizionali agroalimentari riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e nel nostro caso, il territorio dei Campi Flegrei conta sei prodotti ortofrutticoli della tradizione oltre ai loro derivati. Meritano inoltre, notevole interesse le produzioni vinicole e gli altri prodotti ortofrutticoli dalle elevate qualità nutrizionali ed organicolettiche grazie ai terreni di natura vulcanica ricchi di minerali, ed alle condizioni climatiche.
I PRODOTTI DELLA TRADIZIONE DEI CAMPI FLEGREI
CARCIOFO DI PROCIDA
E’ un carciofo del tipo “romano” (mammola romanesca) a forma globosa di grosse dimensioni che produce “capolini” di grosse dimensioni e “brattee” di colore verde chiaro e venature violacee. Saporitissimo si sviluppa nel periodo primaverile.
Numerosissimi gli impieghi in cucina.
FAVA DI MILISCOLA
Miliscola è una delle località sul mare di Bacoli caratterizzata come quasi tutta l’area flegrea, dal terreno vulcanico. Queste caratteristiche geografiche hanno favorito la qualità delle fave qui coltivate, apprezzate per la loro tenerezza e sapore caratteristico. Pur trattandosi di quantitativi limitati, delle fave di Miliscola si distinguono due tipologie: le “vitulane” e quelle più piccole dette le “quarantine”. Consumate fresche rappresentano uno dei cibi rituali della Quaresima.
LIMONE DI PROCIDA
I limoni dell’Isola di Procida si caratterizzano per la loro pezzatura medio grande e per la buccia a grana grossa di colore giallo e per un albero di notevole spessore (lo strato bianco e spugnoso che si trova sotto la buccia gialla). Non a caso vengono definiti anche “limone di pane”.Dal profumo intenso e dal succo gradevolmente acido è particolarmente utilizzato per aromatizzare ricette locali, ed essere mangiato anche “all’Insalata“, cioè tagliato a fette leggermente condite oppure per infusi, liquori e nella fitocosmesi.La secolare coltivazione di questo agrume è da attribuire alla vocazione marinara dei procidani che la utilizzarono per le sue qualità nutritive e antisettiche.
MANDARINO DEI CAMPI FLEGREI
Su richiesta ed interessamento de “L’Immagine del Mito” nell’aprile 2015 la Regione Campania ha inserito il Mandarino dei Campi Flegrei ed il liquore di Mandarino dei Campi Flegrei, nell’elenco dei prodotti tradizionali della Campania approvato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali con decreto del 17 giugno 2015, pubblicato sul supplemento n° 43 della Gazzetta Ufficiale, prima parte, del 22 luglio 2015.
Nella storia dell’agricoltura del territorio flegreo va ricordato quel periodo a cavallo tra il XIX e il XX secolo in cui furono impiantati numerosi agrumeti con prevalenza di arance e mandarini. Ben presto ci si accorse della qualità e della bontà organolettica del mandarino, tanto che assunse un ruolo primario sulle tavole napoletane e della Campania, al punto da divenire un’interessante rendita economica. Non era raro infatti che il proprietario-imprenditore agricolo assegnasse in dote alla propria figlia e le rendite derivanti dalla coltivazione di questo agrume.
Ma da allora qualcosa è cambiato: nuove regole del mercato e nuovi frutti ibridi che dal mandarino traggono origine, come le clementine e il mandarancio, hanno orientato altrove la scelta del consumatore. Tuttavia negli ultimi tempi si registra una riscoperta del mandarino in genere, e in particolare di quello dei Campi Flegrei per le sue eccellenti qualità.
Curiosità: Le origini del mandarino
Per mandarino si intende sia l’albero appartenente alla famiglia delle Rutacee che il frutto che esso produce. E’ un vero agrume, come il cedro, l’arancio, il pompelmo ed il limone ed è originario della Cina meridionale. Arrivò in Italia, in particolare in Sicilia, nella prima metà del 1800 ed in breve si diffuse con successo in tutto il meridione e la Sardegna.
Circa l’origine del suo nome, alcuni ritengono che la pianta e il suo frutto furono chiamati metaforicamente “mandarino” perché proveniente dalla Cina dove c’erano funzionari che portavano questo nome. Altri invece ritengono che la denominazione deriva da “mandara” nome che veniva dato a questo frutto nell’isola di Reunion (Madagascar), prima tappa del viaggio del mandarino dalla Cina verso l’Europa.
PERCOCA PUTEOLANA
La Percoca Puteolana è un frutto tradizionalmente coltivato nell’area flegrea, detta anche Percoca Vesuvio. E’ una varietà di pesca della polpa particolarmente compatta ed aromatica di colore giallo e dalla pelle di colore giallo con sfumature rosse. E’ stata la percoca più coltivata in Campania per lunghi periodi ed utilizzata sia al naturale che per le marmellate e sciroppate in barattolo. Comune l’utilizzo a pezzi nel vino.
POMODORO CANNELLINO FLEGREO
Di forma ovale allungata misura 3 – 4 centimetri con assenza di apice stilare di colore rosso, di solito intenso, a maturazione completa e dal sapore tendente al dolce.
La coltivazione viene effettuata con canne di sostegno; essa va dal mese di aprile fino ad agosto con più raccolte manuali. La peculiarità della sua presenza nell’area flegrea risiede nella sua capacità di radicarsi nei terreni vulcanici sabbiosi. Ottimo per la produzione di conserve e per consumo naturale.